71, N. 5, Ottobre 2022, p

Quali sono I Sintomi Dell’asma?

Il sospetto di asma su base allergica può essere confermato sottoponendo il paziente a prove allergologiche cutanee (prick test) verso allergeni ambientali e alimentari. Una negatività dei test allergologici consente di escludere la diagnosi di asma allergico e orienta verso quella di tipo intrinseco. Nell’uomo ci sono 2 bronchi principali che originano dalla trachea, il bronco destro ed il bronco sinistro; questi si dirigono verso i rispettivi polmoni, permettendo il passaggio dell’aria dalla trachea ai polmoni. In caso di asma, infatti, a differenza di altre malattie polmonari ostruttive come la BPCO, la broncoostruzione è parzialmente reversibile: nei pazienti asmatici si osserverà quindi, un incremento del valore di FEV1 pari al 12 % rispetto al valore basale e superiore a 200 ml in valore assoluto, dopo la somministrazione di 400 mcg di salbutamolo e ciò significa che il bronco ostruito si è dilatato. Alcuni pazienti possono non avere un rialzo del valore di FEV1 dopo la somministrazione del farmaco broncodilatatore: in questi casi il FEV1 può essere rivalutato dopo una cura di 2-4 settimane con broncodilatatori e corticosteroidi ad alte dosi per via inalatoria. Nello specifico l’esame consiste nel fare respirare al paziente, attraverso un nebulizzatore, dosi crescenti di una sostanza in grado di provocare una costrizione dei bronchi (generalmente si usa la metacolina) e tale sostanza viene fatta inalare fino a quando il valore di FEV1 non si è ridotto in una percentuale uguale o superiore al 20% rispetto al valore basale.

Gli agenti scatenanti che non hanno a che fare con le allergie possono essere fumo, gas, inquinamento, aria fredda o cambiamenti climatici. Se i sintomi migliorano ed i valori della saturazione di ossigeno e del PEF rientrano nella norma (saturazione dell’ossigeno superiore al 95% e PEF superiore all’80%, pulmicort prezzi misurabili con semplici dispositivi elettronici) il paziente può essere ritenuto fuori pericolo e restare al proprio domicilio. L’asma è ipotizzabile se la variabilità giornaliera dei valori del PEF è superiore al 20% o se c’è un miglioramento del PEF dopo inalazione di un broncodilatatore o di una cura con farmaci corticosteroidei. I valori di FEV1 ed FVC sono riportati in grafici e devono sempre essere valutati da un medico. In presenza di asma sono sufficienti poche dosi di metacolina per ottenere una riduzione del valore del FEV1, rispetto ad una persona sana che richiede dosi di metacolina maggiore. I farmaci antiasmatici impiegati sono in genere cortisonici inalatori a basse dosi (a volte associati a broncodilatatori a lunga durata d’azione o anti-leucotrieni). 2 agonisti inalatori a lunga durata d’azione. Questi sintomi possono manifestarsi in qualsiasi momento ma con più probabilità di notte o nelle prime ore del mattino. Nelle persone affette, le mucose delle vie aeree sono cronicamente infiammate, una condizione che rende le vie aeree inferiori - più precisamente i bronchi - più sensibili a svariati irritanti.

I disturbi si manifestano più frequentemente in particolari stagioni dell’anno, in cui ci sono maggiori gli allergeni ambientali nell’aria (primavera) o è aumentato il rischio di contagio da virus influenzali e parainfluenzali (inverno), oltre a peggiorare di notte e al mattino al risveglio. La funzionalità respiratoria quasi sempre migliora ed il paziente può arrivare a presentare disturbi solo in condizioni particolari che impara a riconoscere e, se possibile, ad evitare (come ad esempio dopo uno sforzo fisico intenso o in presenza di stimoli irritativi ambientali). Il trattamento più efficace per l'asma può essere determinato dopo aver identificato i fattori scatenanti, come il fumo di sigaretta, la presenza di animali domestici o l'assunzione di particolari sostanze, ed eliminando quindi l'esposizione ad essi. Successivamente, altri dati hanno dimostrato che l'asma allergico riduce il rischio di sviluppare una polmonite grave da Sars-Cov-2 mentre il rischio nei pazienti con asma non allergico è sovrapponibile a quello della popolazione generale e nei casi di asma scarsamente controllato il rischio può essere addirittura aumentato. Mantenere la calma è in questi casi il primo aiuto che si possa offrire al soggetto colpito.

Di solito, il soggetto si riprende completamente con un trattamento appropriato, anche da un attacco asmatico grave. Tuttavia, spesso si esegue una radiografia del torace quando un paziente asmatico deve essere ricoverato per un attacco grave. Un ultimo test utile in corso di asma è il monitoraggio del PEF (flusso di picco espiratorio), ossia la velocità massima che può essere raggiunta con un’espirazione forzata, dopo un’ispirazione profonda. Il test si effettua con uno strumento chiamato spirometro, che presenta un boccaglio attraverso il quale il paziente viene invitato a compiere un’inspirazione profonda e subito dopo un’espirazione quanto più a lungo possibile; uno stringinaso morbido eviterà la fuoriuscita di aria attraverso le narici, durante l’esecuzione dell’esame. Per la somministrazione del farmaco è preferibile utilizzare uno spray pre-dosato e dotato di distanziatore e maschera facciale (o boccaglio per bambini di età superiore ai 4 anni), semplice, economico e che permette una buon assorbimento del farmaco con minor rischio di effetti collaterali. L’apparecchiatura è collegata ad un boccaglio nel quale il bambino deve respirare con calma ogni volta che sente un segnale sonoro.

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